A rischio la libertà di informazione

27 aprile 2009

Ancora una volta, dopo il famoso editto bulgaro in cui Berlusconi fece sparire dalla televisione tre personaggi scomodi come Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro, la libertà di informazione è quanto mai a rischio in una Italia che giorno dopo giorno diventa l’ombra di se stessa.

L’evidenza di questa nuova stagione di censure si è avuta un paio di settimane fa quando la trasmissione Anno Zero (condotta da Michele Santoro) ha affrontato la tragedia del terremoto in Abruzzo, raccontando tramite la voce della popolazione e dei volontari che hanno vissuto quei terribili momenti, i problemi nella macchina organizzativa della Protezione civile in Abruzzo, la prevenzione mancata, gli avvertimenti ignorati, il ruolo del governo ed in particolare il presenzialismo del capo del governo che sentendo avvicinarsi le elezioni europee ha pensato bene di essere costantemente in primo piano (come se non lo fosse già abbastanza).

Questo modo di fare giornalismo però non è piaciuto a Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, giudicandolo indecente e spingendo la rai ad aprire una indagine interna accusando tra gli altri uno dei protagonisti di Anno Zero, Vauro, reo di aver disegnato vignette non consone al momento. Il risultato è stato da un lato la sospensione di Vauro e dell’altro l’obbligo di fare una puntata riparatrice di Anno Zero.

Ma la scure della censura non si è fermata ed ha investito un’altro personaggio ed uno dei pochi programmi nel quale i problemi vengono affrontai davvero e non solo per elogiare qualcuno. La gironalista Gabanelli (autrice e conduttrice di Report) non è piaciuta infatti al ministro dell’economia Tremonti quando nella sua ultima puntata ha parlato della Social Card. E’ stato quindi richiesto al comitato etico di effettuare una indagine sull puntata del programma oggetto della protesta.

Ricordiamo che la giornalista ha vinto numerosi premi giornalistici proprio per il lavoro svolto con Report e che ha subito diverse causa senza mai perderne una.

Questi due segnali sono davvero preoccupanti: in una televisione ormai omologata e che ci propina spettacoli di dubbia cultura ma che tengono le menti lontane dai veri problemi (ricordo sempre una frase usata nella Roma antica: panem et circenses); i programmi di inchiesta, i giornalisti che si sporcano le mani andando al fondo delle notizie, non sono graditi ai politici che in questo momento tengono le redini del nostro paese e cercano in tutti i modi di mettere a tacere queste voci.

Per fortuna ci sono voci fuori dal coro che denunciano questi comportamenti, ma sfortunatamente sono poche, troppo poche ed il rischio è che vengano soffocate lasciandoci soli ad affrontare un potere che ogni giorno di più ci riporta a tristi ricordi.